Rifiuti

Referente: Alessandra Uni (Segreteria Generale/Tecnica di Staff del Rettore)

L’Università di Parma nello svolgimento delle proprie attività di alta formazione, ricerca e servizio, produce annualmente rifiuti in diversa quantità e natura. In funzione delle caratteristiche e delle attività di origine, i rifiuti prodotti nelle sedi dell’Ateneo sono suddivisi in due categorie, cui conseguono differenti percorsi di gestione:

  • Rifiuti assimilati agli urbani
  • Rifiuti speciali

I rifiuti assimilati agli urbani costituiscono la parte di rifiuti prodotti dall’Ateneo per i quali gli atti normativi non prevedono particolari modalità di raccolta, stoccaggio, trasporto e trattamento finale. I rifiuti assimilati agli urbani sono per loro natura non pericolosi e sono conferiti mediante raccolta differenziata nell’intero contesto di Ateneo. L’effettiva assimilazione avviene ai rifiuti urbani, per qualità e quantità, è effettuata in accordo con le disposizioni del Regolamento Comunale per la Disciplina della Tassa sui Rifiuti TARI e del Regolamento del Servizio di Gestione dei Rifiuti Urbani del Comune di Parma, come previsto dall’art. 198, comma 2, lettera g) del D.lgs. 152/2006.

Una parte rilevante dei rifiuti prodotti nelle sedi didattiche ed amministrative di Ateneo è assimilata al rifiuto urbano e conferita mediante raccolta differenziata.

I rifiuti speciali, non assimilabili agli urbani, sono tipicamente prodotti dall’Ateneo nell’ambito delle proprie attività di sperimentazione scientifica, svolta per scopi didattici o di ricerca.

Le principali categorie di rifiuti speciali prodotti dall’Ateneo sono i rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), i rifiuti derivanti da processi chimici, ed i rifiuti derivanti da processi biologici e attività assistenziali.

Per i rifiuti speciali sono previste specifiche modalità di raccolta e gestione, finalizzate alla tutela della sicurezza dell’ambiente e delle persone. Rientrano infatti nella categoria dei rifiuti speciali anche tutti i rifiuti pericolosi, identificati dai codici HP riportati dal Regolamento (UE) n. 1357/2014 della Commissione del 18 dicembre 2014 e dal Regolamento (UE) n. 997/2017 del Consiglio, del 8 giugno 2017.